Il mio cane Picasso

L’emozione che suscita un’incisione a secco, stampata cioè senza inchiostrare la matrice, è straordinaria. Se la matrice poi non è convenzionale, ma è realizzata con materiali atti a sopportare la pressione di un torchio, restituisce sulla carta segni e rilievi che suggeriscono forme ed immagini fantastiche.
Allo stesso modo, il gesso usato al posto del torchio, cioè colato in una matrice a stampo, non solo si adatta ai materiali più comuni come le carta piegata, ma assorbe inchiostri idrorepellenti. Rispettando le comuni “regole” che è necessario osservare nella produzione di un calco, evitando soprattutto sottosquadri e l’aderenza del gesso ai materiali, si hanno risultati entusiasmanti. Ricavata la forma, quando il gesso è ancora umido lo si può ulteriormente modellare e colorare.
È a questo piccolo universo del fare, che da due anni ho dedicato la mia ricerca.
Realizzo formelle di gesso ed ognuna di esse è un’esperienza unica. Quando è possibile utilizzarli, tutti i materiali, dai tessuti alla plastica, dai metalli alla carta, sono impiegati per comporre matrici effimere, che daranno vita a microcosmi di cm 16x20x1. A volte sono addirittura i vuoti lasciati da bolle d’aria o imperfezioni del calco, che guidano l’immaginazione e la mano verso direzioni impreviste. Quasi sempre utilizzo il blu oltremare da contrapporre al bianco del gesso, ma è ovvio che siano la luce radente e l’ombra le protagoniste dell’opera.

Moncalieri, Luglio 1997
Gianfranco Peiretti